UNA VITA IN…EQUILIBRIO
La storia degli uomini che sostituiscono la linea elettrica nel territorio dei comuni di Ameno e Miasino
Luigi oggi non è “arrampicato”, lavora a terra. Deve controllare il passaggio delle auto, ma soprattutto che i cavi trainati dall’elicottero non si ingarbuglino tra di loro o nelle corde. Fa parte della squadra degli uomini “volanti” che non hanno paura a salire sui tralicci e sui tubolari dell’alta tensione. A guardarli dal basso sembrano uccelli che si sono fermati per riposarsi un po’, prima di spiccare nuovamente il volo.
Restano in attesa e, quando arriva il cavo, nonostante il vortice d’aria generato dalle pale, si sporgono incredibilmente per afferrarlo e passarlo sulla carrucola, in un numero da brivido perfettamente riuscito, ma, nel loro personale circo della vita, non c’è nessuno ad applaudirli.
Luigi è siciliano e come lui tanti altri, ma ci sono anche rumeni, portoghesi. Torna nella sua isola stupenda ogni 10/15 giorni per riabbracciare la famiglia. Con un sorriso, mostrando orgoglioso le foto che tiene nel portafoglio e sul cellulare, ammette che gli mancano le nipotine. Teme che non si ricordino di un nonno che vedono così poco.
Questo mestiere lo svolge da 23 anni, ha girato l’Italia e l’Europa appollaiato là dove se il vento danza, non si può fare a meno di danzare con lui, dove si deve salire anche se piove o il sole arroventa l’acciaio, dove non si può soffrire di vertigini, dove non esistono le feste se il lavoro deve essere terminato, dove però, forse, ci si sente un po’ padroni del mondo.
Passa un pick up, il cassone è pieno di secchi di vernice marrone. Sono gli operai che dipingono i tralicci, anche loro sono acrobati. Hanno una regola: prima pitturano le parti più alte e successivamente quelle in basso. Sono napoletani. Hanno finito la giornata. Un cenno di saluto, si rivedranno tutti nell’albergo dove alloggiano.
Luigi farà tardi, l’elicottero deve posizionare ancora un cavo, ma non se ne dispiace più di tanto. E’ un lavoro che fa con passione e qualche ora in più non gli pesa.
Il giorno dopo è festa, ma gli equilibristi dell’alta tensione saranno ancora là in cima per fare tutti i collegamenti della linea.
Ogni giorno un tratto in più di questo viaggio tra colline, pianure e montagne, attraversando strade, superando fiumi in un percorso sempre diverso, spesso impervio e difficile.
Click. E la luce improvvisamente diffonde chiarore nella stanza. Alcune ombre danzano furtive, come folletti…i folletti dei tralicci.
La storia degli uomini che sostituiscono la linea elettrica nel territorio dei comuni di Ameno e Miasino
Luigi oggi non è “arrampicato”, lavora a terra. Deve controllare il passaggio delle auto, ma soprattutto che i cavi trainati dall’elicottero non si ingarbuglino tra di loro o nelle corde. Fa parte della squadra degli uomini “volanti” che non hanno paura a salire sui tralicci e sui tubolari dell’alta tensione. A guardarli dal basso sembrano uccelli che si sono fermati per riposarsi un po’, prima di spiccare nuovamente il volo.
Restano in attesa e, quando arriva il cavo, nonostante il vortice d’aria generato dalle pale, si sporgono incredibilmente per afferrarlo e passarlo sulla carrucola, in un numero da brivido perfettamente riuscito, ma, nel loro personale circo della vita, non c’è nessuno ad applaudirli.
Luigi è siciliano e come lui tanti altri, ma ci sono anche rumeni, portoghesi. Torna nella sua isola stupenda ogni 10/15 giorni per riabbracciare la famiglia. Con un sorriso, mostrando orgoglioso le foto che tiene nel portafoglio e sul cellulare, ammette che gli mancano le nipotine. Teme che non si ricordino di un nonno che vedono così poco.
Questo mestiere lo svolge da 23 anni, ha girato l’Italia e l’Europa appollaiato là dove se il vento danza, non si può fare a meno di danzare con lui, dove si deve salire anche se piove o il sole arroventa l’acciaio, dove non si può soffrire di vertigini, dove non esistono le feste se il lavoro deve essere terminato, dove però, forse, ci si sente un po’ padroni del mondo.
Passa un pick up, il cassone è pieno di secchi di vernice marrone. Sono gli operai che dipingono i tralicci, anche loro sono acrobati. Hanno una regola: prima pitturano le parti più alte e successivamente quelle in basso. Sono napoletani. Hanno finito la giornata. Un cenno di saluto, si rivedranno tutti nell’albergo dove alloggiano.
Luigi farà tardi, l’elicottero deve posizionare ancora un cavo, ma non se ne dispiace più di tanto. E’ un lavoro che fa con passione e qualche ora in più non gli pesa.
Il giorno dopo è festa, ma gli equilibristi dell’alta tensione saranno ancora là in cima per fare tutti i collegamenti della linea.
Ogni giorno un tratto in più di questo viaggio tra colline, pianure e montagne, attraversando strade, superando fiumi in un percorso sempre diverso, spesso impervio e difficile.
Click. E la luce improvvisamente diffonde chiarore nella stanza. Alcune ombre danzano furtive, come folletti…i folletti dei tralicci.
Ringrazio "Paesesommerso per la foto ed il testo, un suo articolo pubblicato l'anno scorso.
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